Costruzioni cronotopiche, strategie identitarie e metafore consolatorie in alcuni racconti di "Il tempo invecchia in fretta" di Antonio Tabucchi
In tutti i racconti che compongono questo libro si stabilisce un rapporto complesso tra oblio e ricordo, tra memoria privata e Storia, e a queste prospettive l'autore affida la sua riflessione sul senso dell'esistenza umana. L'analisi rileva la costruzione di un cronotopo dinamico che...
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Matična publikacija: |
Italica Belgradensia 1 (2013), str. 298-314 |
Glavni autor: | Peruško, Tatjana (-) |
Vrsta građe: | Članak |
Jezik: | ita |
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520 | |a In tutti i racconti che compongono questo libro si stabilisce un rapporto complesso tra oblio e ricordo, tra memoria privata e Storia, e a queste prospettive l'autore affida la sua riflessione sul senso dell'esistenza umana. L'analisi rileva la costruzione di un cronotopo dinamico che consiste in continui spostamenti tra un passato collettivo segnato da violenze o repressioni sociali e politiche, e un presente che ne è profondamente contaminato, come pure in una continua evocazione di un altrove che appartiene al passato e che dà origine al diffuso malessere dei personaggi, abitanti incerti dei luoghi del presente. L'epicentro dei percorsi storico-geografici tracciati nei nove racconti si colloca nell'Europa centro-orientale e il narrare allusivo e reticente, tipicamente tabucchiano, si appella alle precise competenze storico-politiche del lettore, rimandando a quegli eventi storici e conflitti ideologici che hanno segnato il Novecento, dalla seconda guerra mondiale alle condizioni multiculturali dell'Europa odierna, ivi compresi gli anni della guerra fredda e quelli posteriori al crollo del muro di Berlino. Non mancano nelle storie raccontate in questa raccolta i soliti «punti di fuga» tabucchiani – immagini, figure metaforiche, rovesciamenti – introdotti nella funzione di contrappunto alle esperienze traumatiche vissute dai personaggi. | ||
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